Vivono in simbiosi

E' ricoverato in Rianimazione, l'ospedale fa arrivare il suo cane

Come spiegano i medici ciò ha generato un "effetto motivazionale" sul paziente.

E' ricoverato in Rianimazione,  l'ospedale fa arrivare il suo  cane
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Una condizione psicologica di serenità, e determinata alla ripresa, contribuisce significativamente sullo stato di salute (e sulla velocità di recupero) dei pazienti. Sicuramente, per chi si trova in un letto di ospedale, è più complicato mantenere tonico l'umore. Largo, dunque, a un bagno di affetto con il proprio cane: questo è quello che ha pensato lo staff medico dell'ospedale di Vimercate, In Brianza, che per la prima volta ha aperto le sue porte a un animale d'affezione, precisamente un cagnolino, a cui è stato consentito di far visita in Rianimazione al suo anziano padrone.

In Rianimazione con il suo cane

Come spiega Prima Monza, Direzione Medica del nosocomio di via Santi Cosma e Damiano ha infatti consentito, qualche giorno fa, l’accesso in Rianimazione di un cagnolino per consentire al suo padrone degente, un ultra ottantenne con una severa patologia neurologica, di poter stare un po' insieme al suo fidato amico a quattro zampe. I due infatti sono profondamente legati, stanno sempre insieme, vivono quasi in simbiosi. Ecco allora che gli operatori sanitari insieme alla moglie del paziente decidono di portargli l’animale in ospedale per tenergli compagnia e aiutarlo a far fronte alla crisi che l’ha portato in rianimazione.

"E’ stato bellissimo, commovente, non era mai successo prima", raccontano gli operatori.

L'incontro

Il regolamento e la deroga

"L’accesso degli animali da compagnia nella struttura ospedaliera di Vimercate è regolamentato da un documento che prevede il loro accesso nel presidio ospedaliero soltanto nelle aree destinate all’accoglienza, alla prenotazione e all’accettazione. Però, nel caso specifico, era più che meritata una deroga, vista la relazione e l’affezione tra i due e la situazione del paziente”, spiega Milena Caglio, Direttore Medico di Presidio. “Assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra i degenti e i loro animali e generare dalla presenza degli animali un effetto motivazionale utile a superare le difficoltà del paziente”.

Queste le ragioni che hanno orientato gli specialisti nel prendere la decisione di "rompere le regole".

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